La notte del 22 maggio del 2017 il dipendente della Forestale Giuseppe Pellerito scomparve da Ustica, dove viveva, dopo una serata trascorsa al bar con gli amici.
Il corpo del 53enne venne ritrovato in mare quattro giorni dopo la scomparsa. Le ecchimosi che presentava il cadavere avevano fatto pensare ad una morte violenta tanto da far disporre l’autopsia.
I sospetti si erano subito concentrati su Vincenzo Pizzurro, che aveva avuto contrasti di natura personale con la vittima ed aveva tenuto uno strato atteggiamento nei giorni in cui tutti cercavano Pellerito.
Come si legge nell’edizione odierna del Giornale di Sicilia, è stata archiviata l’inchiesta nei confronti di Pizzurro. Pellerito è morto dunque per cause naturali, mentre si sciacquava il viso come da sua abitudine dopo aver bevuto alcol, è caduto in acqua ed è stato stroncato da una aritmia cardiaca congenita della quale soffriva.
Gli accertamenti del Racis dei carabinieri, l’esito dell’autopsia e le indagini, condotte con intercettazioni e audizioni di testimoni, non hanno avuto esito e così il Gip Clelia Maltese ha accolto la richiesta della stessa Procura, che era stata sollecitata all’archiviazione dal difensore dell’indagato, l’avvocato Massimo Motisi.
Pizzurro, che lavorava saltuariamente con la vittima, con la quale aveva litigato più volte, oltre a non partecipare alle ricerche di Pellerito, si era allontanato dall’isola. Un altro elemento che aveva portato all’apertura delle indagine nei suoi confronti.
L’autopsia, eseguita dal professore Paolo Procaccianti, aveva rilevato che la sera della scomparsa Pellerito aveva bevuto troppi alcolici. Pizzurro era stato indagato come atto dovuto.
Pellerito dunque, sarebbe scivolato in acqua sbattendo e procurandosi escoriazioni ed ecchimosi ma il decesso sarebbe stato determinato dalla sua “cardiomiopatia aritmogena idiopatica del ventricolo destro”.
Fonte: Redazione BlogSicilia.it