Lettera aperta ad un ignoto ladro di fiori.
Stavo per iniziare con il classico “Carissimo …” ma capirai, data la circostanza non è assolutamente il caso. Chiunque essere umano tu sia, anzi mi correggo, solo “essere”, perchè chiaramente di umano hai dimostrato di non avere proprio niente, sei l’autore/trice di un’azione tra le più irrispettose, squallide e incivili che si possano compiere sopratutto in un luogo sacro qual’è il Cimitero, di Ustica nel caso specifico. Sappi tu, uomo o donna, dedito all’ignobile prelevamento di fiori da tombe altrui per trasferirli alla propria che, così miserabilmente agendo, ti sei attirato il generale nostro disprezzo ma anche quello dei Defunti che nel piccolo Camposanto dell’isola eternamente riposano, TUOI INCLUSI. Particolare infatti che forse nella tua aridità e freddezza ti sarà sfuggito, neanche dalla tua parte estinta, stanne pur certo/a, ti verrà risparmiato il disprezzo.
Probabilmente sei sicuro/a di averla fatta franca, “tanto non mi ha visto nessuno” … ”il Cimitero a quell’ora era deserto” … “ intorno solo tombe e Defunti che non vedono e non parlano”: questo sicuramente ti starà passando per la testa! Eh no!, “malu cuntu ti facisti, pezzo di … (lasciamo perdere)”: vedi, ci sono casi, e questo rientra nella numerosa casistica terra/cielo, in cui i Morti “parlano” non ovviamente a voce ma servendosi di un invisibile canale onirico. Al posto del solito terno al lotto, saldamente in testa alle richieste dei terrestri, potrebbero spifferare in sogno a loro parenti viventi come sono andate le cose quella volta o quelle tante volte al Cimitero. Fossi in te, ignoto/a “trasfocatore” di fiori, non starei tanto tranquillo; vedi, nell’aldilà non è come da noi; lassù per fortuna non ci sono problemi di omertà …
Mario Oddo
– odmar@libero.it –