Prima puntata
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Tra tante sedie, tutte bianche, ne spiccava una rossa, più grande delle altre, sbiadita dal sole e rigata per l’uso, riposta all’ombra della pergola; era quasi poggiata al muro, sotto il grande murale del “ritratto di donna”.
Era una sedia particolare, “riservata”, dalla quale bisognava alzarsi non appena arrivava il “legittimo” proprietario.
Tutti ad Ustica lo sapevano e mai nessuno del paese vi sedeva: chi lo faceva, rispettosamente cambiava posto, salutando con calore Camillo, che a sua volta si sistemava su quell’umile “trono”.
Ora la sedia rossa è stata curiosamente sostituita da due sedie bianche sovrapposte, ma il rituale non cambia, anzi, si ripete quasi quotidianamente.
Chi vede per la prima volta quella scena di ossequio quasi deferente rimane colpito; la “recita” si dà ogni qual volta la doppia sedia sia occupata: su questo involontario palcoscenico si materializza una specie di battaglia senza vincitori né vinti e ci si rende conto, inoltre, anche del perché il sedile sia rinforzato.
Camillo, anzi, “Camillone”, come viene chiamato a Ustica, arriva senza fretta, con passo quasi solenne, occhiali da sole ben inforcati, saluta, prende possesso della sua immobile “cavalcatura” e siede tra gli amici.
Uomo imponente, dal fisico robusto e (altro…)