Leggo dall’albo pretorio copia di deliberazione della Giunta Comunale, avente ad oggetto l’ “Adeguamento tariffe acquedotto anno 2017″, e senza nemmeno leggere il contenuto mi domando: ma adeguamento a che cosa?
Nel cercare una risposta immagino che, probabilmente, c’è una direttiva Europea che ci obbliga, pena il rischio di una procedura di infrazione, ovvero che è stato deciso di uniformare le tariffe dell’acqua a quelle di New York, considerato che negli ultimi anni il reddito medio pro-capite ad Ustica è cresciuto a dismisura.
Sarà, ma sia nel primo caso, che nel secondo, non riesco a farmi convinto.
Così, come poco convincente è la spiegazione che arriva dall’Assessore al bilancio, la quale, con immediatezza postuma, parla di adeguamento al costo unitario per metro cubo che il Comune corrisponde alla società che gestisce il dissalatore.
Parlare, quindi, di aumento del costo dell’acqua è sbagliato.
Bene, allora vuol dire che l’Assessore al bilancio avrà la cortesia di chiarire perché l’aumento dell’80% riguarda le altre fasce di consumo (che già coprivano abbondantemente il costo sostenuto dal Comune), nonché tutte le altre categorie elencate nella tabella e che nulla hanno a che fare con il costo per MC dell’acqua pagato dal Comune.
Vorrà, inoltre, chiarire perché parla di aumento dell’80% quando l’incremento per la fascia cosiddetta “agevolata” (0-60 mc) per i residenti passa da 0,33 ad 1,00 euro con un incremento pari al 200%.
Evidentemente, la giunta del PD sconosce, o ha disconosciuto, il significato della tariffa “agevolata”, nonché il suo valore sociale, volto a salvaguardare le famiglie economicamente disagiate.
Non era e non è per nulla scandaloso che il costo a MC per la fascia “agevolata” fosse inferiore a quello pagato dal comune, poiché la differenza viene compensata dalle altre fasce notevolmente eccedenti il costo unitario.
In questo caso, poiché l’acqua è un bene primario, interviene la fiscalità generale a compensare i maggiori costi, rendendoli, così, sopportabili da tutti.
Mi verrebbe voglia di ricordare a questa giovane ed emergente classe dirigente del PD, eredi del comunismo, il pensiero di Karl Marks: “Da ognuno secondo le proprie capacità ad ognuno secondo i propri bisogni“.
Anche se politicamente non appartiene alla mia storia, lo ritengo, comunque, un principio che ogni buon amministratore, di piccolo o grande ente locale, dovrebbe tenere ben a mente.
La verità è che si possono raccontare tutte le storie che si vogliono, ma l’aumento ha una sola finalità, ovverosia quella di aumentare le entrate per coprire maggiori spese anche sulla pelle dei più deboli.
Francesco D’Arca