11/09/2016 Nessun commento
5° giorno. Vado girovagando di buon mattino per le stradine del paese ma non vi nascondo che sono giù di corda; troppe “cose contrarie” mi stanno perseguitando in questi giorni: e quel viaggio in aereo, e il portafoglio sparito, e le meduse addosso, e la pallonata in faccia … cos’altro dovrà succedermi ? Cammino schiacciato da questo interrogativo quando il mio sguardo si ferma su una colorita locandina posta sulla vetrina di un negozio = Madame Giselle, con soli €uro 20 risolve i tuoi problemi di salute, amore, lavoro e malocchio, massima discrezione = Non ho mai visto di buon occhio maghi, fattucchieri, cartomanti e affini, ma più per disperazione che per convinzione questa volta voglio fare un’eccezione e ci provo stante anche la modica “parcella”. Stanza semibuia, musica psichedelica in sottofondo, arredamento lugubre, atmosfera misteriosa; silenzio rotto dalla voce della maga che ad esser sincero, a dispetto del nome, dal timbro simil-partenopeo non mi è sembrata proprio di origine francese: < … vedo … vedo … che un enorme fluido negativo avvolge tutta la tua persona … incredibile, non mi era mai capitato di vederne tanta abbondanza in un essere umano… signore, … vede … ci sarebbe un supplemento … per rimuoverlo non bastano più 20 €uro, ce ne vogliono 100 …>. Guadagno l’uscita ad una velocità tale che se lo avessi avuto come avversario alle Olimpiadi di Rio avrei fatto fare una figura ridicola a Usain Bolt. Lungi dal sollevarsi il mio morale precipita ancor di più. Inattesa quanto provvidenziale mi arriva in quel momento una pacca sulle spalle; quella di un mio vecchio compagno di liceo che incredibilmente mi riconosce. Non ci vedevamo da anni quindi piacevolissima rimpatriata e ricordi di imprese giovanili a non finire. Lavora in banca e nel tempo libero è Presidente di un famoso circolo locale dalle tradizionali attività dopolavoristiche, mondane, culturali, sportive particolarmente calendarizzate nel pieno della stagione estiva. Fiore all’occhiello della programmazione, il “clou”, è l’immancabile partita di calcio tra scapoli e ammogliati che in pratica conclude l’intensa la stagione. Per farla breve, potevo io sottrarmi al cortese e pressante invito del mio ritrovato compagno di liceo a far parte della squadra degli scapoli ? Evidentemente no! Ed ecco subito inserito nella lista dei convocati. Pur essendo io molto distante dalla giovane età e dalla esile linea da calciatore che il ruolo esige, il selezionatore, che evidentemente ha tenuto in scarsa considerazione la mia circonferenza-vita, mi affida compiti di ala tornante. Fedele al ruolo, appunto di tornante, torno negli spogliatoi in barella dopo appena sette minuti dal fischio d’inizio colto da leggera crisi cardiaca da affaticamento. Precauzionalmente con una ambulanza mi portano al pronto soccorso dove vengo trattenuto in osservazione; in infermeria mani esperte mi prestano le cure del caso; alla fine nulla di grave per fortuna. Mentre sono disteso sul lettino una vecchia infermiera mi ammonisce severamente: “ma lo vuol capire si o no che alla sua età certe cose non se le può permettere neanche col pallone …”. Quel malizioso e sottolineato <neanche> non lo digerisco; rappresenta una pungente allusione che mi ferisce profondamente in tutto il mio “orgoglio mascolino”, un’offesa che andrebbe lavata immediatamente. In quel momento inizia in me una dura lotta tra istinto e ragione: ma sull’istinto che mi suggerisce <di dimostrarle che …> prevale la ragione; ci rinunzio! … e poi, troppo vecchia per i miei gusti …
Mario Oddo (“scrittore per caso)
– continua…a domani