Il Faro incatenato (9^ puntata)
Il nuovo giorno aveva guadagnato l’entrata. Andrea si ritrovava ora sull’imbarcazione, dopo essersi cullato nei suoi ricordi, aiutato in questo dalle timide onde che accarezzavano la chiglia.
Non era solo. Guardava fisso l’orizzonte e sentì gli occhi di qualcuno che lo stavano osservando.
Bastò un piccolo movimento del capo per incrociare subito lo sguardo di un ragazzo che stava poco lontano. Istintivamente abbassò gli occhi a terra, indugiando su alcune cime arrotolate, riposte ordinatamente per terra all’interno di un piccolo vano.
Li rialzò quasi subito, incontrando nuovamente due pupille dritte dritte che non mostravano alcun cedimento o imbarazzo, immobili su di lui, imperturbabili.
L’aria fresca della mattina regalava ancora qualche brivido, ma sentiva ancora più fastidioso quello sguardo indagatore.
“Che hai da guardare?” L’altro non rispose, non fece alcun cenno; rimase praticamente indifferente, come se non esistesse.
Nel mentre, Andrea si rese conto di essere stato brusco, in fondo quel tale non sembrava minaccioso, semmai aveva qualcosa di strano, ma gli occhi, però, sempre fissi su di lui.
“Scusami, hai bisogno di qualcosa? Non volevo essere…” Stava per dire, scortese, ma non riuscì a finire la frase, perché era già arrivata la replica: “Niente. Io non ho niente da guardare, mi piacerebbe vedere e non so chi sei”.
“Ma se sono davanti a te! Che fai mi prendi…” Questa volta non finì la frase per la pronta risposta dell’altro. Stava infatti per dire in giro, ma la voce si soffocò in un rantolo. Tossì con forza, per espellere dalla gola, che sentiva ostruita da qualcosa che lo soffocava, anche la sensazione di imbarazzo che aveva inghiottito in un attimo, come quando si beve l’acqua d’un fiato e la bibita non prende esattamente la sua strada, fiaccando il respiro… (altro…)