11/01/2016
Nessun commento
Alla fine di dicembre scorso, durante un mio breve soggiorno a Ustica, ho ricevuto la richiesta di una visita guidata al Museo geovulcanologico della Falconiera: era una giovane mamma col suo piccolo bimbo, figlia di usticesi ma residente da anni in Germania, Petra Licciardi. Oltre ad apprezzare il vivo interesse di Petra per l’ambiente e la storia dell’isola, ho potuto apprendere in anteprima il suo desiderio di realizzare un progetto di sensibilizzazione ambientale. Sulla scia di quanto ha fatto Legambiente con una campagna nazionale denominata “beach litter” (come dire: rifiuti spiaggiati) Petra voleva lanciare a Ustica un’iniziativa per la riduzione dei rifiuti in plastica che si accumulano, soprattutto, nelle zone costiere. Dopo la mia partenza da Ustica e dopo la lunga parentesi delle vacanze fra Natale e Capodanno, ho appreso con soddisfazione che Petra, nel frattempo, aveva realizzato il suo progetto in un modo creativo e originale: utilizzando i rifiuti in plastica per una composizione artistica che raffigura Ustica: l’isola di plastica. Con questa intervista, che ho raccolto per telefono, voglio dare l’opportunità a Petra di raccontare direttamente il significato e le finalità della sua iniziativa.
-Come ti è venuta l’idea di realizzare l’isola di plastica?
“Fin dal primo giorno della mia permanenza nell’isola di Ustica per un lungo periodo di vacanze, ho notato con meraviglia la grande quantità di rifiuti portati dal mare sulla riva e l’uso spropositato della plastica. Allora mi è venuta un’idea: chiedere alle persone che andavo incontrando se erano interessate a partecipare ad un progetto eco-informativo: innanzitutto ripulire la spiaggia del porticciolo di Cala S. Maria dai rifiuti, per poi realizzare una specie di monumento raffigurante l’isola con i materiali raccolti”.
-Sei riuscita a coinvolgere molte persone?
“L’amica Rosy, che già l’anno scorso aveva organizzato un evento contro l’omofobia, mi ha messo in (altro…)