Era affascinante vedere quel piccolo scorcio di mare, un modo per riassaporare alcune sensazioni provate sull’isola affacciandosi dalla finestra o da un belvedere…
ora, quella inquadratura, tanto sobria quanto gentile e fresca non c’è più, una attenzione, ma meglio sarebbe dire disattenzione, che priva la vista di un ricordo semplice quanto duraturo, perchè proiettato fin dentro l’intimo.
Diventava facile intristirsi quando le condizioni meteorologiche diventavano proibitive e tutto diventava grigio, ancorché ci fossero spiragli di luce solare animata dalla burrasca; si provava una sensazione di pace quando, invece, tutto era calmo, e si poteva immaginare, la sfumatura più forte del fondale che spesso ci aspettava, prima di tuffarci.
Ci si poteva immedesimare ed essere, da lontano, tra la gente, vivere il disagio e l’angustia durante le mareggiate, o perdersi tra le strade fresche del centro, per poi sorseggiare un caffè in piazza, insieme a qualcuno di voi, mentre il sole faceva l’occhiolino alle occupazioni e ai pensieri quotidiani.
E’ strano…
Perdere quello spicchio di mare, che tanta vita ha visto e vede, tra partenze lacrimose gioiosi arrivi, è celare, per distrazione o volontà, un quadro prezioso.
Cosa bisogna nascondere di tanta vita presente e futura?
Anche uno scorcio di spiaggia anonima può calarsi nella storia, ma, soprattutto, è capace di disegnare quel breve tratto di presente che a molti manca, stando lontani dall’isola.
Che sia chiaro, perché, ora come ora, di chiaro c’è ben poco…
Salvio Foglia da Cosenza