Si leggono post di buona mattina che sarebbe bene non scrivere assolutamente: “ Verga scrisse le miserie di una Sicilia che dopo cent’anni ritroviamo ancora in inquietanti fenomeni di ignoranza umana. Altro che il feudale occhio per occhio …qui siamo alla fine delle intelligenze per dare spazio alle puzzole. “
Alcune “intelligenze” presenti ad Ustica sono d’importazione in un contesto di “puzzole” nel quale si mescolano e ci mangiano.
Addirittura si disturba Verga per indicare sotto metafora una propria visione del nostro stato sociale.
E se proprio vogliamo disturbare ancora Verga mi è venuto in mente un commento di un certo Guerino Nisticò che ha fatto una sua disamina sui personaggi dei “Malavoglia”:
Nei “Malavoglia” sono descritti ancora i rancori, le pene, le miserie, le speranze, le lacrime di un intero villaggio di pescatori. Son tutti, chi più chi meno, povera gente che soffre, sempre pericolante sull’orlo della sventura e della fame.
I personaggi dei “Malavoglia” risultano una misera umanità di diseredati e di afflitti, di umiliati e di offesi, senza alcuna “aurora” di riscatto sociale.
E se qualcuno, più astuto e tenace, riesce ad impadronirsi del “giuoco delle leggi economiche” e salire al “rango dei dominatori”, quella è vittoria effimera che si risolve in una più tragica sconfitta (è il caso di mastro don Gesualdo che da umile manovale qual era , giunge a competere con i pezzi grossi del paese e quasi a dominarli, per tutti quegli interessi minacciati contro di lui.)
Coi “Malavoglia” Verga era approdato ormai alla sua aspra e dichiarata visione economica della vita dove tutta la fitta rete delle manifestazioni e dei rapporti umani gli appariva governata da inesorabili leggi economiche, che mortificavano e soffocavano anche i sentimenti più puri.
Così tra il mondo delle chiacchiere più o meno interessate e il mondo della realtà, e cioè quello del lavoro duro degli umili che tien su tutta la baracca, c’era una differenza incolmabile ed insanabile.
Verga non vede nella “giustizia” l’applicazione di una legge di equità universale, ma un misero e ottuso meccanismo organizzato spesso a difesa degli interessi della classe dominante.
Ecco questa è un’altra visione sotto metafora …. per i buoni intenditori.
Salvatore Militello