Primo piccolo esempio di dialogo costruttivo
” La cronaca di questi giorni ha colpito e ferito le migliaia di tifosi palermitani che amano la propria squadra di calcio. Giovedì 27 giugno, alle ore 16, come liberi cittadini andremo davanti l’Albero Falcone in Via Notarbartolo per deporre una maglietta rosanero dedicata a Giovanni Falcone. Vogliamo così testimoniare che presidenti, calciatori e capitani passano. Quello che non passa per noi tifosi palermitani è l’attaccamento a quella maglia che tanto ci fa sognare e soffrire. Amare quella maglia significa anche amare la nostra città ed i suoi figli migliori. Per questo la passione per i nostri colori sociali si coniuga con il rispetto e la gratitudine verso uomini come Falcone e Borsellino, palermitani di cui siamo orgogliosi. Questa è Palermo, questi sono i tifosi palermitani.”
Attilio, debbo rinviare ad altra data la mia preannunciata venuta ad Ustica per assistere da spettatore al “battesimo” del Consiglio comunale a seguito della concomitanza di una manifestazione (come da testo sopra riportato riferito alla sconcertante vicnda-Miccoli che sicuramente conoscerai) alla quale sono stato direttamente invitato a partecipare ed alla quale preferisco non mancare per il ruolo che ricopro in seno alla tifoseria palermitana; anzi, e conto in proposito di avere la tua “autorizzazione”, essere nell’occasione informale portatore simbolico della adesione alla manifestazione della comunità sportiva usticese. Buon lavoro a tutti. Cordiali saluti
Mario Oddo
RISPOSTA
Caro Mario,
ti “autorizzo” senz’altro a rappresentare simbolicamente l’adesione della comunità sportiva usticese alla manifestazione che si terrà sotto l’Albero Falcone. Anche gli sportivi usticesi sono colpiti e sconcertati per le vicende di questi giorni. Anch’io aderisco personalmente all’appello, e mi unisco al rispetto e alla gratitudine che i siciliani e gli italiani hanno verso uomini come Falcone e Borsellino e La Torre e Mattarella e tanti altri, che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro la mafia.
Attilio Licciardi
A Michele Botta
