Ustica sape

Nel ricordare Giovanni Favaloro di Angelo Longo


NELLA MIA VITA LA SCELTA DEL “BARBIERE” NON E’ MAI STATA SUBORDINATA ALLA QUALITA’ MA ALLA VELOCITA’,ESSENDO SEMPRE STATO INSOFFERENTE AL “RITO”!. TUTTAVIA NEI LUNGHI ANNI TRASCORSI LONTANO DA USTICA NON HO MAI OMESSO DI TORNARE, IN OCCASIONE DELLE VACANZE SULL’ISOLA, CON I CAPELLI LUNGHI PER GODERE DEI” SERVIGI” DI GIOVANNI E PRIMA ANCORA DEL BUON ALFREDO, IL PAPA’. I MIEI RICORDI VANNO UN PO’ PIU’ INDIETRO DI QUELLI DI MASSIMO CASERTA. BELLA LA SUA LETTERA, CHE STIMOLA RICORDI DI TANTI PICCOLI EPISODI SIMPATICI E GRADEVOLI DI UN MONDO CHE NON C’E’ PIU’ E NEL QUALE IL SENSO DELLA COMUNITA’ VA PERDENDOSI SEMPRE PIU’. ANDARE DA ALFREDO PRIMA, DA GIOVANNI POI ERA UN RITO, CHE MASSIMO HA DESCRITTO INCOMPARABILMENTE E CHE MOLTO RICHIAMAVA I TEMPI DEL CALCIO : 15 MINUTI DI RISCALDAMENTO ( SALUTI, CONVENEVOLI VARI, PREPARAZIONE DEI FERRI… ALLA FINE IL RITO COMINCIAVA TRA INNUMEREVOLI INTERRUZIONI (CAMILLO CHE SFOTTEVA PERCHE’ IL MILAN AVEVA BATTUTO LA IUVE, CHI ENTRAVA PER TENTARE UNA IMPROBABILE PRENOTAZIONE, LA FIGLIA CHE VENIVA A CHIDERE SE LA MAMMA POTEVA “CALARE” LA PASTA ALL’UNA) FINALMENTE DOPO I 90 MINUTI REGOLAMENTARI , PIU’ INTERVALLO E QUALCHE RECUPERO IL RITO SI CONCLUDEVA .

MA LA PIAZZA DI USTICA HA AVUTO DIVERSI ALTRI PERSONAGGI INDIMENTICABILI. OGGI NE VOGLO RICORDARE UNO PARTICOLARMENTE IMPRESSO NELLA MIA MEMORIA: GOFFREDO CASERTA, OMAGGIO A MASSIMO PER IL BEL RICORDO DI GIOVANNI FAVALORO. GRANDE FUMATORE, ERA DIFFICILE VEDERLO SEDUTO FUORI DAL BAR CENTRALE SENZA LA SIGARETTA IN BOCCA. GRANDE “GELATIERE” , I SUOI GELATI ERANO VERAMENTE FAVOLOSI. A QUEI TEMPI IL BAR CENTRALE ERA LA CASA DI NOI GIOVANI .TRASCORREVAMO LA MAGGIOR PARTE DELLA GIORNATA GIOCANDO A CARTE PASSANDOCI DA UNO ALL’ALTRO LA “CONSUMAZIONE” CHE RARAMENTE VENIVA CONSUMATA ESSENDO TUTTI SQUATTRINATI! IL BUON GOFFREDO SORRIDEVA COMPIACENTE E PER NULLA TURBATO DAL FATTO CHE ERAVAMO TUTTI SQUATTRINATI ! A QUEI TEMPI IL BAR CENTRALE ERA ALL’AVANGUARDIA NELL’ISOLA E GESTIVA L’UNICO TELEFONO ESISTENTE . QUANDO ARRIVAVA UNA CHIAMATA DA PALERMO O ALTROVE, GOFFREDO SEDUTO IMPERTUBABILE ASPETTAVA CHE PASSASSE QUALCUNO PER AVVERTIRE L’INTERESSATO DELLA CHIAMATA. ALTRO CHE TELEFONI IN CASA , TELEFONINI O INTERNET! IL PASSAPAROLA ERA IL SISTEMA Più EFFICACE, MA L’ANEDDOTO PIU BELLO CHE RICORDO DEL SIMPATICA GOFFREDO E’ QUESTO: UN GIORNO MENTRE SEDUTO FUORI IN PIAZZA, COME AL SOLITO FUMAVA LA SUA ENNESIMA SIGARETTA, UN PO’ INFASTIDITO MA CON LA SOLITA CORTESIA, AD UN PASSANTE CHE CHIEDEVA UN’ARANCIATA RISPOSE: “PIU’ AVANTI C’E’ UN ALTRO BAR VAI A PRENDERLA LA’….. E TRANQUILLO CONTINUO’ A FUMARE… A QUEL PUNTO, PUNTUALE E SORRIDENTE COME SEMPRE, COMPARVE ALLA PORTA LA ZIA AURELIA CON UNA ARANCIATA IN MANO…
I VOSTRI RICORDI RIMARRANNO SEMPRE VIVI NELLA NOSTRA MEMORIA

AngeloLongo

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COMMENTO:

Dalla California AngeloLongo

Angelo, questo aneddoto mi ricorda una usanza del passato : ” accattari a crirenza “. Hai ragione lo zio Goffredo era un grande gelatiere e con la zia Aurelia avevano anche un cuore grande quanto una casa : i tempi, purtroppo in quegli anni come sappiamo, erano scarsi e chi non aveva da mangiare per sfamarsi andava dallo zio Goffredo al Bar Centrale, fra questi mi ricordo “u Lupu” e Orazio Desantis che era l’equivalente del senzatetto di oggi e per anni era li a mangiare nei tavolini del bar cibo fornito dalla zia Aurelia e Goffredo e qualche volta si vide anche qualche confinato….Altri tempi…In particolar modo lo zio Goffredo era attivo, faceva il sornione ma guardava tutto e non avrebbe fatto mai niente per perdere un cliente a meno che non era necessario : ero presente, non so se ti ricordi, quel passante dell’aranciata comprava a credito e non pagava e la zia Aurelia, che aveva tutte le virtu’ che non tutti possiamo avere, agi’ da donna di quei tempi e da mamma. In seguito lo zio Goffredo mi chiamo’ in disparte, essendo nipote, e mi disse :” questo non e’ pane e pasta, ( non e’ un bene di prima necessita’, e’ un lusso ) la prossima volta e’ meglio che viene con i soldi ” , ” intanto per il momento – megghiu perdiri ca straperdiri – “. Come ben ricorderai, e’ anche vero che se eri un cliente e giocavi a carte Goffredo a volte un po’ rompeva…perche’ da spettatore-proprietario si immedisimava nel gioco, faceva un po’ il “ficcanaso” e rimproverava chi faceva errori ma non dimentichiamo che era un grande artista nella Pasticceria Siciliana e Nazionale.

Nuccio

 

Nel Ricordo di Giovanni Favaloro


DAL BARBIERE

Il barbiere di cui voglio raccontare è Giovanni Favaloro.

Per noi isolani dire “andare dal barbiere” quando si voleva fare un taglio di capelli, era forse un’ espressione impropria. Giovanni era infatti per tutti nell’isola soprattutto un amico. Per me, un caro amico, un amico che continua a popolare benignamente i miei ricordi della infanzia isolana.

Capitava spesso che si andava all’antico Salone di Giovanni, in Piazza, non solo per farsi la barba o per un taglio di capelli ma anche per il piacere di andarci. O soprattutto per questo.

Quando ritornavo nell’isola, cercavo di non arrivarci con i capelli tagliati di fresco per riservare il taglio a Giovanni. Questo, sia per il piacere che avrei provato nel guadagnarmi così quattro chiacchiere con lui, sia per non sottrarre, con forzata logica campanilistica, un contributo, seppure infinitesimale, all’economia isolana.

Il Salone di Giovanni era sempre pieno di clienti, ma anche di paesani che, volendosi godere l’aria condizionata in estate o il calduccio in inverno, stavano lì a sfogliare giornali o riviste o ansiosi di partecipare a una delle tante colorite e animate discussioni che vi si svolgevano. Chi avesse voluto poi per davvero farsi fare un taglio di capelli o la barba, doveva fare i conti con la temuta “lista” delle prenotazioni, i cui nominativi erano però presenti solo nella mente di Giovanni. Talvolta si trattava di gente pencolante nella Piazza, nelle stradine attorno o addirittura rientrata nella propria abitazione o che si trovava chissà dove.

In questi casi Giovanni, quando era sul finire del taglio dei capelli o della barba in corso, con le forbici e il pettine in mano, si affacciava sulla Piazza per avvisare il “prenotato” o, se questi non era in vista, per farlo avvisare da qualcuno, nel posto di cui lui era a conoscenza o immaginava si potesse trovare.

Per quel che mi riguarda, ogni volta che andavo al Salone per un taglio di capelli, Giovanni mi diceva, puntualmente, che c’èra “travagghiu”. E fin qui nulla di strano per la coincidenza fra la mia richiesta e la folla di veri o presunti clienti in attesa. Quello che non mi era comprensibile era invece quando, accennando ad una possibile prenotazione per il pomeriggio di quella stessa giornata o per il giorno dopo, mi arrivava immancabilmente in risposta da Giovanni “Stasira cc’haiu travagghiu” o “Dumani cc’haiu travagghiu… ”

Voi cosa direste? che ci sarebbe stato da prendersela? da cambiare barbiere? No, non era così… Trovavo della tenerezza e una involontaria e inconsapevole comicità in quelle parole: mi è sempre piaciuto pensare che Giovanni non mi considerava un “cliente”: ero soprattutto il suo amico d’infanzia. Quello con cui da ragazzo scambiava “Il Grande Blek” o “Capitan Mike”. E con cui giocava interminabili battaglie con i soldatini nel mitico solaio della sua casa soprastante il Salone. Ma, un “amico”, in verità, Giovanni lo era proprio per tutti.

Massimo Caserta

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COMMENTI:

Ho trascorso la mia infanzia ad Ustica.
Negli anni 70 Giovanni era un ragazzo che suonava la chitarra.
In quel periodo, durante la novena di Natale, alle cinque del mattino, prima della Messa, si andava in giro per le strade del paese a intonare canti natalizi.
Era un bel modo di iniziare la giornata.
Giovanni era una delle colonne portanti del gruppo. E’ l’unico suonatore che ricordo, forse perchè era anche il barbiere.
Quando si sposò gli impegni coniugali gli impedirono di partecipare alle allegre riunioni, e se ne sentiva la mancanza.
Un paio di volte andammo tutti insieme sotto il suo balcone a chiamarlo in coro.
Lui si affacciava solo con il busto e si scusava sorridendo imbarazzato per non poter venire. Subito rientrava strattonato dalla giovane moglie.
Voglio ricordarlo così, che sorride dall’alto.

Paolo Bartocci

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Dalla Germania Felice Caserta

Indimenticabile Giovanni, non posso dimenticare quando andavo a fare la barba da lui, anche perche’ e stato l’ultimo che me l’ha fatta, qui non esistono i barbieri. Se andavi la sera dovevi aspettare perche venivano i contadini che avevano una sorta di abbonamento, ma non avevi modo di annoiarti,infatti da Giovanni si facevano le piu’ spettacolari partite a dama e lui tra un colpo di rasoio e l’altro ti cazziava se sbagliavi mossa. E se non si giocava a dama si parlava di calcio con antimo (interista perso) o con altri. Con la perdita di Giovanni tutti noi ed Ustica a seguire abbiamo perso un pezzo di storia.

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Dalla California Agostino Caserta

Il Salone Favaloro per due generazioni ad Ustica e’ stato un’istituzione, chiunque si incamminava verso il salone per un taglio o una chiacchierata era seguito passo passo dal nostro caro Giovanni, direttamente o attraverso gli specchi, lungo tutto il percorso sin dalla piazza o stradine adiacenti, fino a quando metteva piedi sugli scalini.

Una volta entrati nel Salone, con una certa malcelata timidezza Giovanni camuffava la contentezza per la visita facendo finta di essere tutto preso dal lavoro ma dopo qualche secondo, che per lui era un’eternita’, spalancava gli occhi, mostrava quel sorriso caldo e luminoso e lanciava la prima battuta sul fatto importante del giorno e se eri juventino in quello sguardo era incluso il preludio per domande specifiche tipo : ” Ce la facciamo ? l’hai visto quel gran gol di ieri ! oppure, il rigore nettissimo che non ci hanno dato ? “.

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Da Ustica Luigi Palmisano

Come ai tempi dell’agorà greca, la piazza di un piccolo paese come Ustica è sempre stata animata dai suoi colori, dai suoi odori, dalle sue persone, che ne rendono unico l’ambiente, e il salone di Giovanni era appunto come un palco in cui venivano a recitare attori di svariato tipo, ognuno con le sue caratteristiche e suoi ideali, come in un luogo per un rendez-vous tra amici per discutere di questo e di quell’altro…

Sono queste le cose che rendono unici gli antichi borghi e le piccole comunità, e sicuramente Giovanni è stato il “regista” di tante scene di vita quotidiana passate su quest’isola…

Giovanni ci manchi, ma il tuo ricordo rimarrà per sempre…

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Da Ustica Giovanni Martucci

Non posso che condividere in toto il commento di Massimo Caserta sulla figura del compianto amico Giovanni, scomparso prematuramente. Sicuramente, per come l’ha definito Gaetano Nava, un grande signore dalla grande ed unica bontà. Vorrei anch’io soffermarmi tanto a rivolgere un omaggio alla sua memoria e avrei molte e molte cose da ricordare con immenso piacere, ma, non mi vergogno a dirlo, parlando di Giovanni, vengo assalito da una grandissima emozione e un nodo alla gola mi impedisce di continuare. Ciao giovanni, ti chiedo scusa, sarai sempre un grande amico, non soltanto per me ma sicuramente anche per tutti coloro che ti hanno conosciuto.

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Da Palermo Gaetano Nava

 

Condivido in pieno,quello che è stato scritto e “recitato” dall’amico Massimo. Ricordiamo Giovanni per quello che era, “un Amico” di tutti un gran “signore” nel modo di fare e nel modo di essere e resterà sempre nei nostri ricordi.

Il tuo amico Gaetano

Trasporto fieno


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Gennaro Mitico Personaggio di un tempo


[ id=7896 w=320 h=240 float=left] In questa bella foto, oltre a Gennaro Gisonna (mitico personaggio di tempi passati), scomparso lo scorso anno, e la moglie Maria Bertucci non riesco a riconoscere gli altri. Credo che Giovanni Martucci o i figli di Gennaro potranno aiutarci a dare un nome agli altri componenti la foto.

COMMENTO:

Da Palermo Mario Oddo

Adriana, non fare caso a Giovanni … è l’età !

(P.S.: se arriva la controreplica del tipo “senti chi parla” debbo riconoscere che me la sono andata a cercare !) … sempre nel commosso ricordo del indimenticabile Papà un caro abbraccio fra “noi calabresi” …

Mario

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Da Locri Adriana Gisonna

Caro Giovanni, prima di tutto sono offesa perchè non mi hai riconosciuto…!Mi spiace smentirti, ma quella foto non è stata scattata ad Ustica ma a Capri dove mio padre ha prestato servizio per nove mesi. Non riconosco la coppia presente , ma presuppongo trattasi di amici o collega di papà.Approfitto dell’occasione per chiederti se verrete in Calabria quest’anno, affettuosi saluti da tutti noi

Adriana

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Da Ustica Giovanni Martucci

Chiamato in causa, ecco subito pronto a decifrare i personaggi della foto. Oltre a Gennaro al quale và un caro pensiero ed un saluto affettuoso e Maria sua moglie,nella foto troviamo, alle spalle di Maria, sua figlia Raffaella. Il signore, con moglie e figli, sulla sinistra era un farista collega di Gennaro, in servizio anche lui, a quel tempo, presso il faro di punta cavazzi. G.nni Martucci.

Intervento Elisoccorso


Intorno alle 12,00 è stato richiesto l’intervento dell’elisoccorso.
Ad A.S. i migliori auguri di pronta guarigione.

 

Pellegrinaggio Mariano “I sette Gaudi di Maria” ad Ustica


Giorno sette Maggio sono convenuti, presso la splendida isola di Ustica, fratelli e sorelle francescane secolari provenienti da diversi luoghi della Sicilia, per partecipare al pellegrinaggio mariano “I sette Gaudi di Maria” che ha visto anche una significativa adesione della popolazione locale. Il pellegrinaggio scaturisce da una proposta del Ministro della fraternità locale di Ustica, Giovannella Picone, accolta e sostenuta dal Ministro regionale dell’Ordine Francescano Secolare, Pietro Calogero La Monica.

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I francescani secolari convenuti, hanno realizzato una esperienza straordinaria sotto ogni punto di vista: accolti, sostenuti e assistiti amorevolmente dai fratelli della fraternità locale, hanno vissuto il gaudio evangelico della comunione fraterna nella forma orante e itinerante, realizzando una esperienza spirituale esaltante alla quale ha contribuito positivamente il favorevole clima (altro…)

Proposta spostamento corsa nave Palermo – Ustica


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Vista paese dal Calvario


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Aforismi, Citazioni, Proverbi… del giorno


Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.

(Martin Luther King)

 

Matrimonio Verdichizzi- Olivares


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