Da Ustica Mariangela Licciardi
Grazie signor Nuccio,
accetto con piacere di provare a spiegare, come posso, gli “nciuri” dei miei nonni…….Per evitare di sbagliare ho chiesto conferma dei miei ricordi a mio padre e anche a mia zia; entrambi concordano con quanto dirò. Cominciamo da “a piripicchia” è semplice: la mia cara nonna era una donna minuta di statura e di corporatura ma molto vivace e assai avvezza al lavoro anche a quelli assai pesanti e insoliti per le donne (arare, mietere…..). Nonostante ciò le piaceva sistemarsi bene quando usciva ed era sempre attiva e pronta a balli e divertimenti di famiglia… perciò qualcuno quando passava le diceva…….”varda a piripicchia” a sott’intendere una donna vispa, attiva e mai stanca, seppur apparentemente debole.
“Nacti” è un pò più difficile da spiegare e fa sorridere ma ci proverò……….da giovane nonno Mimi aveva un asino maschio che, su richiesta, faceva accoppiare, per la riproduzione, con le “asine” degli amici e sembra che durante tale rituale “incoraggiasse” il suo asino dicendo: “nacti,nacti,nacti”…Da qui gli amici lo ingiuriavano “nacti” col suo stesso buffo verso;
“u mpagghiatu”, mi dice papà, gli fu attribuito come “nciurio” da un certo Giovannino Santaniello (che lei a detta di papà ricorderà certamente).
Pare che il nonno da giovane fosse un bel tipo e come dire……le donne o qualcuna in particolare, non so… lo andava a trovare nel pagliaio o quando ricoverava il suddetto asino….Perciò tale Santanielllo sapendo e vedendo …….un giorno lo vide uscire da “a casa pagghia” tutto ricoperto di paglia e gli disse “oooh u mpagghiatu” e chi “facisti”?!Così con questo nciurio lo prendevano in giro per sue “imboscate” o “impagliate“.
Spero di esser stata abbastanza chiara e grazie ancora, mi sono divertita………..
A presto