Nei giorni scorsi, su nostra indicazione, è stata depositata un’interrogazione in Senato, riguardante i lavori pubblici svolti presso il Sentiero del Mezzogiorno. Occorre far luce in merito a quanto gravemente accaduto nei mesi scors
I Consiglieri Comunali del Gruppo Consiliare “Tutti insieme per Ustica”
Diego Altezza, Martina Natale, Maria Ailara
Al Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale
Alla c.a. del Dirigente Generale Fulvio Bellomo.
Salve,
Con la presente si intende informare le Autorità competenti della gravissima situazione che attraversa l’agricoltura sull’isola di Ustica a causa dell’aumento della pressione della fauna selvatica nei confronti delle produzioni agricole.
L’isola di Ustica ha una lunga tradizione agricola ancora fortemente presente in termini di superfici coltivate e di valore economico delle produzioni.
Negli ultimi decenni l’agricoltura usticese è indirizzata in particolare alla conservazione della biodiversità e del paesaggio rurale dell’isola, promuovendo con progetti di valorizzazione i suoi prodotti.
Rientrano infatti tra le colture principalmente praticate – eccellenze agricole – i presidi slow food delle lenticchia e della fava di Ustica, nonché ortaggi di varietà tradizionali molto apprezzate dal mercato turistico locale e produzioni enologiche di pregio inserite nel contesto della viticoltura eroica, ormai riconosciuta a livello legislativo, come pratica sostenibile da incentivare.
Si stima una superficie coltivata di circa 40 ha con un numero di circa 10 aziende agricole ed a queste si aggiungono numerosissimi orti familiari sia dei residenti che dei proprietari di seconde case di villeggiatura, data la radicata tradizione agricola dell’isola.
Le popolazioni di coniglio selvatico, che ciclicamente aumentano la loro pressione e si è espansa in maniera incontrollata dato l’alto tasso di riproduttività, l’abbandono dei coltivi, l’ assenza di predatori e la riduzione dell’attività venatoria, sia in termini di ampiezza della stagione venatoria che di numero di cacciatori, determinano perdite notevoli delle produzioni agricole e danni consistenti alle colture arboree quali i vigneti.
La lotta contro il coniglio selvatico negli anni è stata portata avanti tramite l’installazione di reti di recinzione lungo i perimetri dei campi coltivati al fine di impedirne l’accesso all’animale. Tali interventi di notevole impatto economico sono stati eseguiti da parte degli agricoltori quasi sempre a proprie spese, con un’incidenza elevata sui costi di produzione. I costi non riguardano solo l’acquisto della rete, ma anche la posa e soprattutto la sua manutenzione. In particolare per le aziende in regime biologico è necessario rimuovere manualmente le erbe infestanti che invadono le recinzioni.
Pertanto si chiede alle Autorità competenti di prorogare sino a tutto dicembre l’attività venatoria per il mantenimento della specie del coniglio, al fine di salvaguardare l’agricoltura dell’isola di Ustica che rappresenta un importante comparto economico della fragile economia isolana ed un baluardo di tutela del paesaggio rurale e della ricchissima biodiversità agraria presente.
Con l’occasione, ma non meno importante, oltre alla presenza del coniglio selvatico, si è aggiunto un insediamento di colombacci (Columba palumbus) che hanno aumentato la presenza in maniera abnorme.
Tale specie ormai nidifica nell’isola di Ustica, in particolar modo sugli alberi di alto fusto, e si caratterizza per un’estrema voracità rispetto alle specie affini. Essa si nutre sia di semi, sia di frutti che di germogli, danneggiando in maniera continuativa tutte le colture che si alternano durante l’anno: dalle lenticchie distribuite sottoterra durante la semina invernale ai grappoli di uva in piena estate, senza tralasciare ortaggi estivi e invernali.
Mentre la difesa dal coniglio selvatico, con il prolungamento dell’attività venatoria è praticabile, per difendersi dall’attacco dei colombacci l’unica soluzione è la riduzione della popolazione, non essendo disponibili altre possibilità da applicare su superfici estese.
Quindi Vi si chiede inoltre di emanare urgentemente, come da intese pregresse, anche il “provvedimento ad hoc” per il problema “colombacci”.
Certo della Vostra sensibilità su quanto rappresentato, si rimane in attesa di riscontro confidando in un immediato e risolutivo intervento.
Cordiali saluti.
Sindaco
Salvatore Militello
La differenza tra un malvagio e un idiota. Il malvagio ti danneggia solo se ci guadagna qualcosa. L’imbecille è un pericolo permanente.
(Silvana De Mari)
Ad Aldo Cannella,
a Rosa Lo Muscio,
a Maria Ferraro
a Pietro Boz
a Vincenzo Bagnasco
a Aldo Dominici i Migliori
Auguri di Buon Compleanno
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Oggi si festeggia S. Leonardo.
Auguri a tutti coloro che festeggiano
il loro Onomastico sotto questo Nome.
Ho trovato un articolo di giornale del 1956 che pubblico (trascrivendolo per facilitare la lettura), convinto che non sempre l’emarginazione è un “destino” privilegiato…
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Eolie, Egadi, e le Pelage, ad eccezione di Ustica, hanno stretto un’alleanza per la loro emancipazione e lo sviluppo turistico.
Le piccole isole della Sicilia si sono riunite in “sindacato”. Si sentono sole e abbandonate; si considerano trascurate da un Governo nazionale ed un pochino anche da quello regionale, e pensano che anche per esse dovrebbe giungere l’ora del riscatto.
E, appunto per migliorare le loro condizioni di vita e per additare alle superiori autorità le loro inderogabili esigenze, i sindaci di tutte le Isole siciliane si sono riunite in associazione.
Una sola isola è esclusa ed è Ustica che pare destinata a rimanere isolata.
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Ho chiesto al Centro Studi di Ustica ulteriori informazioni in merito. Di seguito la risposta ricevuta da Vito Ailara.
Il tentativo di associazione tra tutte le isole di cui ho scritto risale al novembre 1952.
Un tentativo serio con protagonista la nostra sindaca, ma non ebbe successo.
Non conoscevo questa iniziativa. Nel 1956 la nostra sindaca era presa da una crisi di maggioranza poi sfociata nella elezione di un altro sindaco. Pesò molto la nuova legge sul confino che confliggeva con l’avvio del turismo.
Un uomo vale quanto le promesse che mantiene.
(Vincenzo Cannova)
A Rosalia Nava,
a Francesco Taranto
a Margherita Tranchina i Migliori
Auguri di Buon Compleanno
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Oggi si festeggia S. Zaccaria.
Auguri a tutti coloro che festeggiano
il loro Onomastico sotto questo Nome.
In una giornata di sole Ustica ha ricordato, con una partecipazione numerosa e sentita, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il supremo bene della vita in difesa dei valori della Patria, l’attaccamento al dovere e la costituzione della democrazia.
A loro va la nostra gratitudine ed il nostro commosso ricordo.
Il giorno dell’Unità Nazionale è un importante momento di riflessione ed è l’occasione per un ideale abbraccio ai nostri Caduti.
Questa giornata ha registrato, aderendo all’invito del Sindaco, la partecipazione con entusiasmo dei giovani studenti del nostro Istituto Saveria Profeta.
È stato bello vedere l’insegnante che ai più piccoli, compostamente seduti nell’”agorà” del Monumento ai Caduti, spiegava il significato di questa giornata ed i principi che ispirano questa festa. Sarebbe bello se gli insegnanti, saltuariamente, anche in classe approfondissero i valori legati all’unità nazionale, per rafforzare quei sentimenti di Patria che non vanno dimenticati.
È questo un momento difficile e di riflessione che indubbiamente porta a ripudiare la guerra, come mezzo per la risoluzione di controversie, per sconfiggere l’egoismo umano a vantaggio del rispetto alla vita.
Purtroppo la storia non ci ha insegnato a sufficienza come affrontare pacificamente le controversie, per trasmetterle alle future generazioni sani ideali.
Il Sindaco ha ricordato, nel suo discorso toccante, l’inutilità delle guerre che producono morte e distruzione e che non risolvono i problemi, al contrario, creandone altri peggiori e ha concluso il suo discorso con una sua riflessione:
“…ai giovani di questa piccola ma splendida Isola, affinché le parole, i significati ed i contenuti di questa giornata possano indurli alla ricerca di un coinvolgimento e di un impegno civile, sociale e politico improntato nella giustizia e nella legalità, rafforzando l’amore per la nostra isola e per la Patria.
W le Forze Armate! … W la Repubblica!”
PB
Porgo innanzitutto un caloroso saluto alle presenti Autorità militari, civili, religiose, a tutti voi Cittadini ed in particolare a voi ragazzi così numerosi presenti, in rappresentanza delle scuole.
L’obelisco nel quale abbiamo appena posto la Corona di alloro è stato realizzato dai nostri predecessori a futura memoria: in tale obelisco vi sono scritti i nomi dei nostri Concittadini morti nella 2a guerra mondiale del 1940-1945 e nella battaglia di Lissa del 1866.
Oggi 4 Novembre è il giorno della memoria; siamo qui per ricordare doverosamente la ricorrenza della vittoria nel primo conflitto mondiale con la quale l’Italia nel 1918 completò l’unità nazionale iniziata con il Risorgimento.
La ricorrenza celebra, di fatto, l’unità nazionale rendendo omaggio al valore e alla dedizione, nel nome della Patria, delle Forze Armate che costituiscono indispensabile baluardo della nostra Repubblica – Forze Armate – che ogni giorno lavorano, si sacrificano affinché tutti noi possiamo vivere e lavorare nella più ampia sicurezza personale e territoriale.
La data si riferisce ad un capitolo importante della Storia Italiana: la commemorazione della vittoria nella Grande Guerra del ‘15-’18, e che oggi abbraccia il ricordo di tutte le guerre.
E’ doveroso ricordare il sacrificio di tanti giovani uomini e donne ed il dolore delle loro famiglie.
Significa, quindi, ascoltare il simbolico richiamo ad un passato che non dobbiamo dimenticare, traendo dal ricordo un insegnamento profondo ed importante.
Quanto accaduto allora ci rende evidente quanto la guerra, qualsiasi guerra, sia una esperienza da non ripetere.
Insegnamento che però è stato disatteso con altre guerre, quella nell’Ucraina e in questi giorni anche quella in Medio Oriente, guerre che hanno già fatto migliaia di vittime, compresi donne e bambini.
E’ evidente che dietro ad ogni guerra ci sono molti interessi geo-politici ed ancora oggi, purtroppo, anche ideologici/religiosi con tutte le implicazioni economiche mondiali che ne conseguono.
Quindi la guerra, qualsiasi guerra, non può mai essere giusta e non è mai stata e mai lo sarà un mezzo valido per sanare i conflitti umani e per risolvere i problemi.
Questa di oggi é occasione per rendere un commosso omaggio alle Forze Armate sempre memori dei tanti uomini in divisa ma anche della popolazione civile coinvolta dall’evento dentro e fuori le zone di guerra che sacrificarono nel corso di quel cruento conflitto la loro vita in nome di un profondo ideale: la libertà.
Onorare la festa del 4 novembre significa riconoscere il sacrificio di quegli uomini che con coraggio hanno vestito, e che anche adesso indossano fieramente, le divise dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dell’Arma dei Carabinieri.
Significa esprimere la nostra gratitudine a coloro che hanno pagato con la vita per quei diritti di libertà e democrazia di cui noi, oggi, godiamo.
Anche la nostra piccola isola ha pagato un costo in termine di vite umane, combattenti caduti in tutte le guerre nell’adempimento del proprio dovere; i loro nomi sono incisi a perenne memoria nel marmo del nostro Monumento e non meno impressi rimangono nel nostro cuore.
Significa ascoltare il simbolico richiamo ad un passato che non dobbiamo dimenticare, traendo dal ricordo un insegnamento profondo e importante.
In questo triste e doloroso periodo che stiamo attraversando a causa delle guerre con perdite di vite umane e dei danni di vari centri abitati colpite dal cattivo tempo (sia in Italia che in Spagna), è doveroso mettere in rilievo l’abnegazione e il senso del dovere oltre che delle Forze Armate, anche dei Vigili del Fuoco che aiutano molte persone in difficoltà e non di meno conto è il lavoro che stanno svolgendo i Gruppi di volontari e della Protezione Civile.
Sono momenti difficili nei quali però emerge lo strettissimo legame che unisce queste figure a tutti noi. Sono i valori della solidarietà, della condivisione del sacrificio nelle difficoltà, dell’aiuto a chi soffre o è in pericolo: sentimenti che sono profondamente radicati nella nostra gente.
Vorrei ricordare, infine, l’importanza del “Milite Ignoto” e di cosa rappresenta questo nostro luogo.
Il Milite Ignoto è il simbolo che segnò il passaggio dalla celebrazione della vittoria, all’elaborazione del lutto collettivo e alla sacralizzazione del culto dei caduti. La salma del “Milite ignoto” fu scelta da una donna (Maria Bergamas) che aveva perso il figlio durante la guerra.
Di fronte a undici bare senza nome, ne scelse una che rappresentava non solo suo figlio Antonio, ma tutti i figli delle madri d’Italia che avevano subìto le conseguenze devastanti di quella tragedia bellica.
Il “Milite Ignoto” diventò così la celebrazione di un “lutto di massa” e fu scelto per incarnare la memoria di tutti coloro che erano caduti durante la prima guerra mondiale.
Concludendo la festa delle Forze armate e la commemorazione ai Caduti per la Patria, voglio affidare una mia riflessione ai giovani di questa piccola ma splendida Isola, affinché le parole, i significati ed i contenuti di questa giornata possano indurli alla ricerca di un coinvolgimento e di un impegno civile, sociale e politico improntato nella giustizia e nella legalità, rafforzando l’amore per la nostra isola e per la Patria.
W le Forze Armate! … W la Repubblica!